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Ragadi anali

Ragadi anali

COSA SONO LE RAGADI ANALI?

Le ragadi sono piccole lesioni della pelle e delle mucose. Si presentano come piccoli tagli lineari che si formano soprattutto intorno alle unghie, agli angoli della bocca, dietro l’orecchio, intorno al capezzolo e nella regione anale. La ragade anale è una patologia frequente nella popolazione e colpisce entrambi i sessi con una leggera prevalenza maschile. Si tratta di una ulcerazione più o meno profonda, lunga pochi millimetri, che viene a formarsi al confine tra cute e canale anale e che tende a cronicizzare.

I fattori che incidono maggiormente sulla formazione delle ragadi anali possono essere molteplici, in particolare però vi sono alcune condizioni maggiormente predisponenti:

  • stitichezza;
  • diarrea cronica;
  • scarsa igiene personale;
  • traumi;
  • abitudini sessuali.

 

SINTOMATOLOGIA: DOLORI E DISTURBI DELLE RAGADI ANALI

La ragade anale è caratterizzata da tre sintomi principali: il dolore, la contrattura anale e la presenza di una piccola ulcerazione. A questi possono associarsi prurito anale a volte incontrollabile e ano umido. Il dolore, associato talvolta a modeste perdite di sangue rosso vivo, è il sintomo principale che più frequentemente allarma il paziente. Solitamente si manifesta come ‘’bruciore’’ di forte intensità nella zona anale, comparendo soprattutto nelle ore notturne e durante la defecazione. Diventa acuto al passaggio delle feci, per poi attenuarsi per un breve intervallo di qualche minuto e, quindi, riprendere, con diversi gradi di intensità, nelle ore successive.
 

LA DIAGNOSI DELLE RAGADI ANALI

Recarsi da un medico proctologo ed effettuare una diagnosi precoce è fondamentale per evitare la cronicizzazione della ragade anale, che avviene in tempi piuttosto rapidi. Nelle ragadi croniche si innesca infatti un circolo vizioso (caratterizzato da ipertono – dolore – ulteriore contrazione dello sfintere) difficilmente risolvibile con la sola somministrazione di farmaci.

Spesso il medico specialista puó sospettare della presenza di una ragade anale già dall’ascolto dei sintomi riportati dal paziente. Anche se un’attenta osservazione dei segni e dei sintomi riferiti può già consentire una diagnosi, va comunque eseguita una valutazione proctologica ed è sempre necessario escludere la presenza di altre ben più importanti patologie.

La diagnosi è piuttosto semplice e non necessita di strumenti particolarmente sofisticati: nella maggior parte dei casi infatti la ragade è già visibile ad una prima divaricazione dell’ano. Occorre poi eseguire una delicata esplorazione rettale digitale che, vista la possibilità di provocare dolore, va seguita con particolare cautela e completare successivamente l’osservazione con l’ausilio di un anoscopio.
 

COME CURARE LE RAGADI ANALI

La terapia medica delle ragadi anali ha come obiettivo principale l’eliminazione della contrattura dello sfintere anale e si basa sull’utilizzo di creme e pomate utili ad alleviare il dolore e a favorire il rilassamento della muscolatura anale, associate ad una dieta ricca di fibre e lavaggi tiepidi. Nel caso in cui questi trattamenti non portino benefici e lo sfintere anale rimanga ancora contratto, il medico specialista potrà prescrivere l’utilizzo di appositi dilatatori anali crio-termici o di dilatatori a palloncino, specificamente studiati e realizzati per ottenere un recupero progressivo dell’elasticità dello sfintere anale, consentire la cicatrizzazione delle lesioni e la scomparsa o il miglioramento dei sintomi. Solo nel caso in cui la ragade anale non risponda efficacemente a nessuna di queste terapie, il proctologo valuterà l’intervento chirurgico in day surgery.

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